JE SUIS CHARLIE, una dichiarazione d’intento, una presa di posizione, un grido avvincente.
JE SUIS CHARLIE, un invito alla comunione, alla pace, alla tolleranza.
Tre parole e un logo nati spontaneamente nella mente di Joachim Roncin, direttore artistico e giornalista musicale del periodico Stylist, nel momento in cui ha saputo della strage di Parigi il 7 gennaio 2015.
Tre parole postate su Twitter che in un attimo fanno il ‘buzz’: diventano simbolo della volontà profonda – di tanti, di migliaia, di milioni di persone – di affermare il proprio desiderio di libertà di fronte all’oscurantismo dei condizionamenti e degli estremismi.
Tre parole espresse in francese, lingua apprezzata in molte parti del mondo per la sua sonorità delicata ed elegante, il suo rimando alla moda, a Parigi, allo spirito rivoluzionario e alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino.
La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo. Ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e pubblicare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge.
Tre parole in bilico tra brand name e slogan pubblicitario, espresse in una forma grammaticale basilare:
1. Soggetto: JE
2. Verbo: SUIS
3. Complemento: CHARLIE.
Una frase, semplice, chiara, diretta.
IO SONO CHARLIE.
Il soggetto sono ‘io’ per via dell’utilizzo del pronome personale declinato alla prima persona del singolare: JE. Ciascuna persona che presenta, dichiara o firma ‘JE SUIS CHARLIE’ è il protagonista del racconto sintetizzato in queste tre parole. La prima persona singolare dà forza e responsabilità al mittente, lo coinvolge direttamente.
IO.
Il verbo ‘essere’ è coniugato all’indicativo presente: SUIS. Indica lo stato presente, l’adesso, il qui ed ora. In questo momento. Un verbo che rimanda anche all’esistenza, alla presenza, alla vita, alla forza, così come all’essenza e all’anima, alla coscienza, al pensiero e alla ragione.IO SONO.
IO SONO CHARLIE.

Quali significati per ‘CHARLIE’ ?
CHARLIE è una parte del nome del settimanale satirico francese ‘CHARLIE HEBDO’, testata particolarmente irriverente e dissacrante, tipica dell’oltraggiosa provocazione ‘alla francese’.
Nel contesto del 7 gennaio 2015, il nome CHARLIE muta però in un aggettivo qualificativo ricco di ben altri messaggi.
Poiché il movente del massacro è quello di mettere a tacere la voce delle matite giudicate irrispettose, CHARLIE diventa sinonimo di LIBERTÀ.
Poiché il movente è quello di imporre una credenza sulle altre, CHARLIE diventa sinonimo di UGUAGLIANZA.
Poiché il movente è quello di considerare l’altro un nemico, CHARLIE diventa sinonimo di FRATERNITÀ.
LIBERTÉ, ÉGALITÉ, FRATERNITÉ.
E la macchia d’olio si sparge alla velocità della luce,
espandendo il significato del nome CHARLIE:

IO SONO MUSSULMANO,
IO SONO CRISTIANO,
IO SONO ATEO,
IO SONO POLIZIOTTO,
IO SONO AHMED,
IO SONO FIDUCIA,
IO SONO AMORE,
IO SONO UMANO,
IO SONO TE,
IO SONO …
A dimostrazione della forza sintetica delle parole, in pochi giorni ‘JE SUIS CHARLIE’ diventa il condensato di tutti questi significati.
Ben oltre la specifica rivista;
Ben oltre i 17 morti;
Ben oltre la nazione francese.
Le parole significano in funzione del contesto in cui emergono, diventano l’esperienza stessa di quella realtà.
** Il racconto semiotico di Je Suis Charlie in versione SlideShare
